Fermiamo lo “sviluppo distorto” del petrolio. Continua la mobilitazione

03.04.2017 10:49

Da Scanzano lanciamo l’appello a tutti i Lucani di sostenere la petizione online “Fermiamo i pozzi di petrolio in Basilicata” (goo.gl/V7Z2mU) sulla piattaforma change.org.

Abbiamo già superato le 3200 firme. Stiamo dialogando anche con le Associazioni rappresentanti dell’ambientalismo, del mondo agricolo, turistico, imprenditoriale, industriale e dei sindacati per allargare il fronte dell’opposizione civile contro le attività petrolifere in Basilicata che stanno generando uno “sviluppo distorto” del territorio della Basilicata. Come nelle giornate di Scanzano, che ci videro tutti uniti contro l’ipotesi di realizzare un deposito di scorie nucleari a Scanzano J.co, abbiamo chiesto ufficialmente di sostenere la petizione promossa dall’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie per chiedere al Presidente Pittella e al Consiglio della Regione Basilicata di avviare una moratoria per la chiusura delle attività estrattive sul territorio della Basilicata.

Tra le firme c’è un lungo elenco di cittadini, imprenditori, ambientalisti, di personaggi della cultura Lucana e non solo che chiedono alla politica regionale di interrompere il legame con i petrolieri per valorizzare il territorio e le sue risorse più preziose come l’acqua.

Sapere che 3 dei 4 serbatoi di petrolio del centro oli dell’ENI nell’area industriale di Viggiano (PZ), non hanno la vasca di contenimento come richiesto dalle autorizzazioni per la costruzione non ci rassicura. Qualcosa nei controlli è sfuggito e i responsabili dovranno pagarne le conseguenze. La contaminazione del suolo industriale di Viggiano dovuta alla perdita dei serbatoi, a pochi metri dal Lago del Pertusillo, deve essere subito bonificata prima che i danni diventino irrimediabili.

La moratoria deve essere la via di uscita dal petrolio per creare altre opportunità nei settori più vivi ed innovativi del territorio, in particolare nell’agricoltura e nel turismo. Dovrà tener conto anche delle competenze e delle professionalità Lucane che si sono create nel settore dell’energia e nel suo indotto che potrebbero essere reimpiegate in settori fortemente innovativi come quello della mobilità elettrica, della produzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, dell’efficienza e della generazione distribuita di cui la Basilicata ha già dei contenitori come la Fiat di Melfi, l’Enea in Trisaia di Rotondella e alcune imprese nelle aree della Val Basento che potrebbero essere investite.

Uscire dal petrolio attraverso una pianificazione razionale non solo è possibile ma è un esercizio che dovremo tenere, considerato che tra qualche anno il petrolio sarà esaurito e gli occupati del settore dovranno trovare ugualmente un'altra occupazione.

La raccolta firme continuerà ancora nei prossimi giorni con diverse iniziative.

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